GEORGE BALANCHINE E I GATTI

George Balanchine, 22 gennaio 1904 – 30 aprile 1983, è stato un coreografo e danzatore russo naturalizzato statunitense di etnia georgiana.
Fu fra i più grandi coreografi del ventesimo secolo, uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, uno dei padri della danza classica, fondatore del New York City Ballet.
È famoso per aver creato un linguaggio coreografico nuovo, astratto ed essenziale, che coniuga rigore classico e modernità musicale.
La produzione di Balanchine fu immensa: quattrocentoventicinque coreografie per il balletto (cui si devono aggiungere svariate versioni di alcune opere), il musical, il cinema ed il circo, contribuendo in modo eccezionale all’adattamento della danza classica al gusto e alla sensibilità del XX secolo.
Egli amava i gatti e, secondo il suo biografo Bernard Taper, riuscì ad addestrare il suo gatto Mourka a saltare e scivolare nell’aria come una ballerina e sembra avesse affermato “che finalmente aveva un corpo per il quale valeva la pena coreografare”.

L’ossessione di Balanchine per i gatti – e il volere essere fotografato con loro – sembra risaliga al 1949, con un gatto siamese.

La fotografia più famosa in tutto il mondo mostra il coreografo in rapita attenzione mentre Mourka gira il suo corpo, forse cercando di prendere una palla che Balanchine aveva lanciato in aria.

Mourka non era un gatto qualunque, negli anni ’60 viveva a New York con Balanchine che era già figura centrale della danza mondiale .

Era un compagno quotidiano e ispiratore. Balanchine lo adorava e gli parlava spesso in russo, trattandolo come un interlocutore silenzioso ma partecipe.

Balanchine era incantato dalla sua fluidità felina, e trovava che i suoi salti e i suoi atterraggi fossero una lezione di danza.
Si dice che alcune sequenze di “Jewels” e “La Valse” siano state ispirate proprio da Mourka, osservandolo aggirarsi nel soggiorno.
Si racconta che Balanchine un giorno accogliesse un ballerino che non riusciva a eseguire un salto con morbidezza.
Invece di spiegarglielo a parole, gli mostrò Mourka che era salito sul pianoforte, e con calma gli disse: “Guarda. È così che si atterra.” Il danzatore osservò, e capì.

Un libro intitolato “Mourka: The Autobiography of a Cat”, scritto da Tanaquil Le Clercq, moglie di Balanchine, prima ballerina e poi colpita dalla poliomielite, venne pubblicato nel 1966.



Il libro è una raccolta di fotografie e testi (con contributi di Balanchine), in cui Mourka “racconta” la vita domestica con il maestro: un atto d’amore e ironia, che rivela quanto il gatto fosse parte integrante del loro mondo.

Questi erano presentati insieme a una narrazione ironica raccontata dal punto di vista di Mourka, il gatto, che poteva, secondo la copertina del libro, eseguire entre-chat e pas de chats, cosa altamente improbabile per chiunque sappia una o due cose sui passi del balletto.


Vicla Sgaravatti
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