LA MUTA DEL PELO
Con l’arrivo della primavera e il cambio climatico, il cane e il gatto vanno incontro a una maggiore perdita di pelo, la muta.
I peli non sono eterni e sono sottoposti a un’attività ciclica che ne prevede la produzione e la perdita durante la muta, che avviene di solito due volte all’anno.
Il manto del cane e del gatto è un accessorio molto utile che serve a tenerlo sano, asciutto, caldo o fresco a seconda del bisogno. La pelle si mantiene in buone condizioni e il mantello ne regola la temperatura e, in primavera e autunno cambia il manto, per adeguarsi alle temperature che lo attendono.
La muta può durare anche tre o quattro settimane e causare disturbi sia all’animale che al proprietario. Per certe razze il periodo sembra non finire mai e la quantità di pelo perso è impressionante.
Ogni cane o gatto ha un manto differente.
La durata e l’intensità della muta varia a seconda della razza e dello stile di vita, quindi occorre un approccio differente per ognuna.
I peli non cadono tutti contemporaneamente, ma progressivamente dal retro dell’animale verso la parte anteriore.
I cani con pelo riccio non fanno una muta drastica ma il loro pelo va curato molto.
Alcuni soggetti perdono una costante quantità di pelo durante tutto l’anno. Per esempio, i cani con il pelo lanuginoso o riccio come i Labrador doodle; non perdono il pelo solo due volte all’anno ma continuano a perderne piccole quantità e necessitano di spazzolate frequenti e costanti.
Anche i cani a pelo duro ne perdono pochi ma tutto l’anno, e i peli non cadono definitivamente ma devono essere rimossi per mostrare il nuovo manto.
Per questo i cani come Bassotti, Schnauzer e altri hanno bisogno di cure specifiche: vanno strippati o tosati spesso perché i peli morti che rimangono sullo strato di pelle la possono irritare.
I cani e i gatti a pelo lungo vanno spazzolati molto spesso per evitare che si formino nodi e che il manto si sporchi e inizi a puzzare.
Le razze a pelo corto e morbido, sono anch’esse soggette a piccole perdite durante l’arco dell’anno, ma ai cambi di stagione ne perdono grandi quantità.
Con l’avvicinarsi dell’estate molti si tolgono il “cappotto invernale” e lo sostituiscono con un manto estivo più corto e sottile.
La casa si riempie di pelo e sembra che non finisca mai.
La muta inizia naturalmente sotto l’influenza della temperatura e della luce.
Il fattore principale che determina l’inizio della muta è il fotoperiodo, cioè la durata delle ore di luce rispetto a quelle di buio. In primavera l’allungamento delle giornate ne scatena l’inizio. Quando la stagione cambia, il pelo risponde alla nuove circostanze.
Gli animali, in teoria, possono curare il proprio pelo da soli.
Nel periodo della muta, cani e gatti in natura erano in grado di leccarsi via i peli in eccesso, di fare bagni di fango e strofinarlo contro arbusti per rimuoverli.
Ora però vivono in gran parte all’interno delle nostre abitazioni e questo bilanciamento naturale viene disturbato.
Soprattutto durante l’inverno la maggior parte dei nostri amici pelosi vive dentro casa a contatto con fonti di calore.
E durante l’estate possono subire delle variazioni di temperatura con i condizionatori accesi e il caldo esterno.
Per chi vive in appartamento i peli vengono persi durante tutto l’arco dell’anno, con due periodi in cui il fenomeno è più accentuato.
Questa diversità è causata dall’esposizione diretta del manto alla luce solare, che intensifica la perdita di pelo al contrario della luce artificiale presente all’interno delle mura domestiche. La variazione di temperatura incide soprattutto sulla densità e sulla velocità di rinnovamento del pelo, ma non è il fattore che innesca la muta.
Occorre pettinarli regolarmente per rimuovere i peli in eccesso, ma occorre considerare il tipo di pelo del proprio quattro zampe. Un manto a pelo corto non ha bisogno di troppe spazzolate, e al di fuori del periodo della muta, non è necessario farlo molto spesso: potrebbe arrivare a irritare la pelle dell’animale.
Occorre utilizzare un pettine o una spazzola corretti a seconda del tipo di pelo. Quelli in gomma o con setole morbide vanno bene per il pelo corto. Quelli con setole di metallo, per quelli a pelo lungo e riccio.
Occorre stare attenti a non esercitare una pressione eccessiva per non irritare la cute, e infastidire l’animale.
Spesso si formano purtroppo dei nodi, occorre quindi avere sempre un’attenzione speciale a spazzolare o pettinare accuratamente sotto le ascelle e all’inguine, sotto le zampe e sotto la coda, intorno alle orecchie, al naso e alla bocca.
Si possono fare dei bagni durante la muta per dare loro sollievo e per liberarli di molto del pelo perso.
Meglio se fatto da professionisti, per evitare che si formino nodi e che ci sia uno sbilanciamento del ph della pelle con l’utilizzo di shampoo inadatti.
Quando perdono molto pelo fuori stagione o compare irritazione, prurito o altri comportamenti insoliti, potrebbe trattarsi di stress, infezione o mancanza di vitamine: occorre farli visitare dal Medico Veterinario.
Un animale sano presenta una pelliccia sana, e a questo scopo è molto importante nutrirli con una dieta bilanciata, senza carenze e con elevato valore nutritivo.
Il mantello è costituito da due tipi di pelo: giarra (quello esterno di copertura) e borra (il sottopelo).
I peli di giarra sono più lunghi, rigidi e ruvidi e forniscono protezione verso gli agenti ambientali.
Il sottopelo o borra invece costituisce uno strato lanuginoso e corto con la funzione di fornire un isolamento dall’aria esterna. La borra non è presente in tutte le razze, ma è indispensabile per le razze nordiche. La densità del pelo (il numero di follicoli per centimetro quadrato di cute) è la “responsabile” della morbidezza del mantello. Questo numero viene determinato alla nascita ed è strettamente legato alla razza e all’età. Infatti, i cuccioli hanno notoriamente un mantello più morbido perché costituito solamente da sottopelo.
Con l’arrivo della primavera quindi diventa fondamentale la spazzolatura più o meno frequente, con diverse modalità in base al tipo di pelo.
Si potrebbero infatti formare delle matasse di pelo morto aggrovigliato, creando un effetto “pecorella” che, oltre ad essere anti-estetico, può essere fastidioso e doloroso.
Nel caso del pelo raso, non è richiesta una cura costante, ma è sufficiente una spazzolatura 1-2 volte a settimana.
Con una spazzola rigida contropelo, si staccano la forfora ed i peli morti, da eliminare successivamente con una spazzola di setola passata nella stessa direzione di crescita dei peli.
Se il pelo è corto, dato che è molto fitto e duro, occorre spazzolare ogni 2 giorni: un primo passaggio con un cardatore contropelo per staccare i peli, le cellule desquamate e sfoltire la lanugine del sottopelo, seguito poi da un passaggio con una spazzola di setola nella direzione di crescita dei peli per eliminare tutti i residui.
I mantelli lunghi necessitano spazzolature quotidiane nella direzione di crescita del pelo con una spazzola che permetta di sciogliere i nodi ed eliminare il sottopelo in modo delicato per evitare di far male.
La spazzola di setole rende il mantello lucido mentre la spazzola metallica è utile per eliminare le impurità.
Un’alternativa alla spazzolatura frequente è rivolgersi a professionisti toelettatori per avere un trattamento specializzato, indispensabile per alcune razze.
Voglio poi ricordare come per i gatti la spazzolatura sia indispensabile tutto l’anno per impedire la formazione di boli di pelo che potrebbero farli vomitare, o creare ostruzione intestinali nel tempo.
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