“CACCIA NOTTURNA” è un’opera, considerata l’ultima, di Paolo Uccello. Datata tra il 1465 e il 1470, è conservata nell’Ashmolean Museum di Oxford e raffigurerebbe, con una visione incantata e fiabesca, una battuta di caccia notturna di Lorenzo de Medici nelle pinete intorno a Pisa.
Si tratta di un grande pannello di legno lavorato con tempera e olio, con tracce d’oro, che misura 73.3 x 177 cm
Paolo di Dono (15.06.1397–10.12.1475) è stato celebrato nella sua vita come maestro di prospettiva, degli animali e del paesaggio; il suo soprannome, Uccello, allude alle sue raffigurazioni del mondo naturale.
Era un “designer” versatile, lavorava a volte su mosaici e vetrate e questi suoi interessi sono fusi in questo capolavoro.
Le prede, cervi e gazzelle sono poste al centro della prospettiva, mentre da destra e da sinistra confluiscono cavalli e cavalieri, battitori, levrieri e prede.
E sono i cani, sembrano tutti levrieri, che nel loro confluire da destra e da sinistra creano differenti punti di fuga, dando l’illusione del movimento e indirizzando lo sguardo nel folto e nell’ombra, dove forse si nasconde la preda.
Sullo sfondo formato da un cielo nero si stagliano alberi altissimi e sottilissimi, che formano, come fossero colonne, la quinta della raffigurazione, che pare essere infinita.
In questo bosco quasi incantato sono inseriti, immobili e fuggitivi al tempo stesso, uomini e animali intenti appunto in una battuta di caccia notturna. L’oscurità è illuminata dal rosso vivo dei panneggi e finimenti e dal bianco di persone e animali, che danno luce al dipinto. Il terreno erboso è scuro e punteggiato da piante e fiori di diverse specie ben particolareggiati.
La caccia era un passatempo aristocratico che aveva i suoi rituali (nella bardatura posteriore dei cavalli compare una falce di luna, simbolo di Diana, la casta dea della caccia) e l’idea di una caccia notturna è più giocosa o simbolica che realistica.
Paolo Uccello aveva tracciato una griglia sulla superficie del pannello, fissando un punto di fuga centrale: le lance dei cacciatori, i rami e i tronchi tagliati e l’area dell’acqua denotano questo spazio abitato dalle forme sfuggenti di uomini e animali e il nostro sguardo è attratto nel profondo della foresta.
Ho avuto la fortuna di poterlo ammirare dal vero mentre ero a Oxford nel luglio del 2018, per il conferimento del dottorato a mia figlia Viviana.
Mi ha affascinato la rappresentazione notturna (rara nella pittura dell’epoca) da favola romantica e l’impostazione prospettica che, insieme alla gamma delle tinte usate, la rende particolarmente interessante.
Naturalmente, anche la notevole presenza di levrieri ha contribuito al mio piacere.
Già la raffigurazione sui libri, e in seguito su Internet, mi ha sempre molto emozionato, ma poterlo vedere direttamente, gustando tutti i particolari mi ha quasi sopraffatta.
Siamo in piena battuta di caccia e la rappresentazione è concitata, con la prospettiva a ricreare il movimento: figure affollate verso il centro e un senso di velocità nel modo in cui cavalli e cani sfrecciano, e lo spazio dello sfondo come dilatato.
E sono gli alberi disposti in filari da risultare metodicamente alternati che donano eleganza in aggiunta al tono fiabesco di mistero.
Nel fogliame degli alberi compaiono macchie d’oro che avrebbero completato i colori vivaci delle figure contro la foresta oscura, rendendo il dipinto ancora più bello se visto al lume di una candela.
Questo dipinto è molto originale, sia come paesaggio notturno sia come composizione brillantemente strutturata.
Nella sua dimensione e forma è una spalliera dipinta, da vedere all’altezza delle spalle, sia come tabellone di una
cassapanca decorata o incastonata nella boiserie di una stanza.
Il cliente per cui era stata realizzata è sconosciuto, ma il dipinto era chiaramente destinato a un lussuoso ambiente domestico, forse ad Urbino, dove ha lavorato per un periodo Paolo Uccello nel 1465, o a Firenze dove fu attivo intorno al 1470.
Risulta curioso come “Caccia notturna” sia diventato in inglese “The Hunt in the Forest”, il primo titolo rimarca il fatto che si svolga di notte, mentre il secondo che avvenga in una foresta…. Personalmente trovo più suggestivo il fatto che si svolga di notte, con il suo mistero e la sua magia.
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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