AMERICAN BULLY XL VIETATI NEL REGNO UNITO

Sono molti i Paesi del mondo che hanno deciso di vietare il possesso e la riproduzione di cani ritenuti particolarmente pericolosi.

Negli ultimi tempi gli American Bully XL sono stati protagonisti di un numero maggiore di attacchi nei confronti degli esseri umani rispetto alla media, ponendosi al centro del dibattito pubblico nel Regno Unito.

L’American Bully XL è una razza canina relativamente nuova, sviluppata negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80, inizio degli anni ’90. Sono cani che richiedono un’adeguata socializzazione e addestramento per evitare comportamenti indesiderati.
Questi cane sono di taglia grande,con una massa muscolare ben sviluppata e una struttura ossea robusta con un peso che può variare tra i 30 e i 60 kg, a seconda del sesso e della stazza del soggetto. La testa si presenta grande e massiccia, con una mandibola forte e muscolosa.

Il Regno Unito aveva imposto un divieto già dal 1991 con il Dangerous Dogs Act con cui si era cercato di mettere un freno alla riproduzione e al possesso di esemplari di American pit bull terrier, Dogo argentino, Fila brasileiro e di Tosa.

Dopo trentadue anni il Regno Unito vuole aggiornare l’elenco dei cani ritenuti pericolosi, e di conseguenza illegali nel Paese, inserendo i cani di razza American Bully XL.

Dopo una serie di attacchi, anche letali, avvenuti negli ultimi due anni nel Regno Unito, è sorta questa necessità e la decisione di metterli al bando entrerà in vigore alla fine del 2023.
Su sei dei dieci attacchi di cani avvenuti nel 2022 e risultati fatali per gli esseri umani, i protagonisti sono risultati proprio degli esemplari di American Bully XL.
Nel 2023, nel Regno Unito, fino ad ora sono stati ben tre gli attacchi mortali compiuti da esemplari di questa razza che non è ufficialmente riconosciuta dal Royal Kennel Club: un padre di due figli è stato sbranato a morte da due cani mentre, secondo quanto riferito, cercava di proteggere la sua anziana madre; giorni prima un cane di tipo Bully aveva attaccato una bambina di 11 anni e due uomini a Birmingham.
Un uomo di trenta anni arrestato in relazione alla morte di Ian Price – morto in ospedale nello Staffordshire dopo essere stato sbranato dai due cani – è stato rilasciato su cauzione condizionale. La polizia ha affermato che le indagini “proseguono a ritmo sostenuto”.

Il Royal Kennel Club, la Blue Cross e la RSPCA, associazioni che promuovono il benessere degli animali, hanno lanciato degli appelli sostenendo che i cani dovrebbero essere giudicati non in base alla razza ma in base alle proprie azioni, ma la politica è intervenuta attraverso il Primo Ministro del Regno Unito Rishi Sunak.
Sunak ha annunciato che l’American Bully XL sarebbe stata dichiarata e definita come razza, aggiungendola alla lista dei cani vietati nel Regno Unito per poterla vietare entro la fine del 2023

Da quel momento le Forze dell’ordine potranno sequestrare tutti gli esemplari di American Bully XL e farli sopprimere, a meno che i proprietari degli animali non presentino una richiesta di esenzione in tribunale.

I proprietari di cani di tipo American Bully XL hanno reagito con panico all’idea che i loro animali domestici potessero essere sequestrati e uccisi.

Sarà chiamato un giudice che dovrà fare una serie di valutazioni sul comportamento passato dell’esemplare e del suo proprietario che dovrà essere ritenuto capace di prendersi cura dell’animale.
Il proprietario avrà degli obblighi ben precisi, dovrà seguire un corso di istruzione, il cane poi dovrà essere riconoscibile attraverso microchip, dovrà essere sterilizzato e potrà essere portato in giro solo se indosserà la museruola e sarà tenuto al guinzaglio per ridurre il più possibile i danni in caso di attacchi. Dovrà anche essere stipulata una assicurazione.
In seguito a una valutazione positiva, il tribunale potrà concedere al proprietario di un American Bully XL un certificato di esenzione la cui validità durerà per tutta la vita del cane.

Il ministro ombra laburista per la polizia, Alex Norris, ha dichiarato di non essere d’accordo con la coalizione di associazioni benefiche per animali secondo cui un divieto non fermerebbe gli attacchi.
“I dati sono lì, sappiamo che le vittime più recenti, la maggior parte di loro sono state dovute a questa razza”, ha detto alla Time Radio. “Quindi si sa che le prove sono lì e stanno crescendo.
Capisco perché prendono la posizione che prendono, vogliono vedere una buona politica. Naturalmente condividiamo che c’è solo una questione di sicurezza pubblica che non può essere ignorata”.
Finora i cani sono stati collegati al 43% degli 815 attacchi registrati dal gruppo attivo Bully Watch, fondato a luglio, che ha fatto risalire l’eredità di circa la metà di tutti i Bully XL riproduttori nel Regno Unito a un cane noto come “Killer Kimbo”.

Il dottor Lawrence Newport, un accademico legale del Bully Watch, ha detto a Time Radio: “L’American Bully XLsi fonda sul Pit bull terrier americano, è stato essenzialmente iniziato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 allevando Pit bull terrier americani da combattimento.
Questi sono cani che combattono uno contro uno fino alla morte.
L’affermazione era che venivano poi mescolati con altri tipi di razze di cani di grandi dimensioni come i mastini, ecc.
Ciò che la ricerca di Bully Watch ha dimostrato è che in realtà se si tracciano i loro pedigree, questi cani sono solo Pit
bull da combattimento altamente consanguinei.
In effetti, un recente lavoro investigativo con Bully Watch e il Telegraph ha mostrato che il 50% di tutti gli American Bully XL nel paese sono collegati a un singolo cane noto come Killer Kimbo, che è collegato a molteplici morti, certamente la sua progenie è legata a molteplici morti, e Killer Kimbo è così consanguineo da avere lo stesso bisnonno quattro volte.
Questa “razza particolarmente pericolosa” è stata responsabile di quasi il 50% di tutti gli attacchi sia contro gli esseri umani che contro i cani, e del 70% di tutte le morti di cani dal 2021″
ha affermato il dottor Newport.
Ha aggiunto: “In realtà sappiamo che i divieti funzionano perché ne abbiamo adottato uno sui Pit bull dal 1991. Quel divieto ha avuto molto successo. E lo sappiamo perché, ad esempio, nel Regno Unito abbiamo la metà delle morti pro capite di cani rispetto agli Stati Uniti, e questa differenza è interamente spiegata dai Pit bull.”
“I Pit bull negli Stati Uniti sono responsabili di circa il 60% di tutte le morti causate dai cani. Qui non lo abbiamo, in gran parte a causa del divieto. E in effetti, la recente ascesa del American Bully XL è un esperimento naturale su cosa succede se si allenta un divieto”.
“Dopotutto sono una specie di Pit bull e intorno al 2015 sono stati ammessi attraverso un paio di casi giudiziari, sono stati visti come una razza diversa tra virgolette e sono stati poi ammessi nel paese e, naturalmente, entro il 2018, molti sono stati importati e ora abbiamo scoperto, a nostre grandi spese, cosa significa: morti e attacchi salgono alle stelle. I divieti funzionano”.

Vicla Sgaravatti

Medico Veterinario

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