Il nome di Togo deriva dall’ammiraglio della flotta giapponese Heihachiro Togo, noto per aver combattuto nella guerra contro la Russia nel 1904-1905.
Togo nacque in ottobre del 1913, figlio di Suggen (incrocio fra un husky ed un malamute) e Dolly.
Suggen godeva di un’ottima reputazione nell’ambiente dei musher (conducenti di una muta di cani da slitta) ed era discendente di una stirpe di grandi cani da corsa ed era stato usato dallo stesso Seppala in molte corse.
Le grandi capacità nella corsa di Togo non fu immediatamente evidente.
Nacque leggermente più piccolo degli altri, quindi con meno forza.
Era un cucciolo molto vivace che infastidiva e agitava gli altri cani, rendendo instabile l’atmosfera nel canile.
In un rapporto lo stesso Seppala scrisse: “Togo mostrava tutte le caratteristiche per diventare un delinquente canino”.
Nei suoi primi mesi di vita si ammalò di una grave infezione alla gola che fece perdere l’interesse in lui, tanto che a sei mesi venne dato in adozione, sia per il suo pessimo carattere sia per il suo carente stato di salute.
Togo però era un cane fedele, e, dopo poche settimane nell’altra casa, scappò, sfondando una finestra, dalla famiglia che l’aveva adottato, tornando dal suo padrone.
A questo proposito, Leonhard disse che “un cane così devoto al suo primo padrone e ai suoi compagni merita di essere accettato” e rimase così impressionato da questo comportamento che decise di riprendersi il cane, curandolo e addestrandolo meticolosamente.
Il suo carattere però non si ammansì: pare che ogni volta che usciva dal canile, inseguisse tutte le slitte che vedeva saltando addosso al cane di testa, causando problemi al musher.
Questo suo comportamento gli costò quasi la vita perchè infastidì una muta di alaskan malamute, molto più grandi degli husky, che lo ridussero veramente male.
Questa traumatica esperienza però servì al suo addestramento: uno dei maggiori problemi è riuscire ad addestrare i propri soggetti ad ignorare i cani degli altri team durante una gara, e Togo, in quella drammatica occasione capì che forse non era più il caso di essere rissoso.
Togo ebbe l’occasione di provare quanto valesse dopo otto mesi di vita, durante un tragitto lungo 160 miglia.
Lui non avrebbe dovuto partecipare alla spedizione, ma il giorno dopo la partenza di Seppala saltò l’alto recinto del canile e si mise all’inseguimento.
Lo raggiunse in una sola notte e Seppala non potè fare altro che portare Togo con sé e lo mise nell’unica posizione da dove poteva controllarlo: di fronte a lui, a trainare la slitta. Qui Togo si allineò immediatamente e diede prova di grande tenacia e forza, sorprendendo molto Seppala che capì che quel cucciolo così irrequieto aspettava solo di far parte della sua muta.
Durante quel giorno Seppala continuò a spostare Togo in una posizione sempre più avanzata nella muta, mettendolo addirittura in testa al team durante l’ultimo tratto del percorso insieme ad un altro cane.
Durante il suo primo giorno di lavoro Togo era riuscito a correre per 75 miglia: risultato incredibile per un cucciolo senza alcuna esperienza.
Da quel momento il suo padrone lo chiamò “piccolo prodigio”, e aggiunse: “ho trovato un leader nato, un leader che stavo cercando da anni”.
Durante la corsa del siero, Togo aveva ben 12 anni: età eccezionale per un cane da slitta, specialmente per un cane di testa, visto che alla sua età la maggior parte erano già in pensione. Questo dimostra la grande fiducia che Seppala aveva nel suo miglior cane, tanto da affidargli la sua stessa vita nelle tempeste nordamericane.
A sinistra Leonhard Seppala con Togo, a destra con Balto.
Togo ed il suo team corsero cinque volte più distante rispetto agli altri team di cani durante la corsa del siero. In seguito ad alcuni problemi logistici (Leonhard dovette rincorrere la slitta con il siero più volte prima di riuscire ad incontrarla) Seppala, e con lui Togo, fece un totale di 261 miglia (420 kilometri), contro le 90 miglia o poco più che gli vengono ufficialmente riconosciute.
Dopo aver completato il tragitto che gli era stato assegnato, sulla via del ritorno per Nome, Togo ed un altro cane della muta scapparono per rincorrere un cervo, facendo perdere le loro tracce. Per evitare di perdere anche gli altri cani, Seppala dovette tornare a Nome senza il suo cane di testa, con la preoccupazione che venisse scambiato per un lupo e ucciso da un cacciatore. Per fortuna, entrambi i cani riuscirono a tornare al loro canile autonomamente, senza che succedesse loro nulla di male.
Togo non era solo un cane da corse: aiutò Seppala e molti altri in compiti di routine come rifornire di provviste i minatori delle numerose miniere d’oro dell’Alaska occidentale.
Il cane Balto fu castrato alla nascita, mentre Togo ebbe una discendenza numerosa, tra cui i più celebri furono Togo, Kingeak, Paddy e Bilka…
Vista la grande quantità di figli che ebbe, Togo è considerato dagli esperti uno dei “padri” della moderna razza dei Siberian Husky, oltre che della sotto-razza dei cani da slitta di Seppala, che viene considerata una razza ben distinta.
Morì il 5 dicembre 1929 a Poland Spring, soppresso dallo stesso Seppala per alleviargli la sofferenza. Si trovava nella casa di un’amica di Leonhard, nello stato americano del Maine.
Al museo dell’Iditarod a Wasilla, in Alaska, si può vedere esposto il suo corpo imbalsamato.
Secondo Seppala, Togo fu il suo cane migliore e di lui disse:
“Non ho mai avuto un cane migliore di Togo. La sua resistenza, la sua fedeltà e la sua intelligenza rasentavano la perfezione. Togo è stato il miglior cane che sia mai vissuto in Alaska”.
Nel 2019 è stato prodotto il film Togo, con la regia di Ericson Core e interpretato da Willem Dafoe, Julianne Nicholson, Christopher Heyerdahl, Michael Gaston, Michael McElhatton, che racconta della storica spedizione, oggi conosciuta come La corsa del Siero.
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