IBD FELINA (Inflammatory Bowel Disease)

La Malattia Infiammatoria Intestinale (IBD Inflammatory Bowel Disease), è un problema di salute sempre più comune.
L’IBD è una malattia infiammatorie cronica del tratto gastrointestinale, principalmente dell’intestino crasso o tenue, caratterizzate da disturbi ricorrenti e cronici del tratto gastrointestinale, come malassorbimento intestinale o anomalie della motilità intestinale.

La causa esatta della patologia enterica cronica del gatto non è nota, ma si sospetta che la patogenesi dipenda da molti fattori.
Pare che la patologia si instauri per la compresenza e interazione di diversi fattori causali.

I fattori causali potenzialmente responsabili della enteropatia cronica del gatto includono:
-Alterazione della flora intestinale (disbiosi)
-Alterazione del sistema immunitario intestinale (sia la branca acquisita che quella innata)
-Fattori cosiddetti ambientali tra i quali si annoverano la dieta (sia la quantità che la qualità dei macronutrienti come proteine, grassi, carboidrati e fibra) e farmaci (come antibiotici, anti-infiammatori e gastroprotettori)
-Predisposizione genetica.

Non esiste predisposizione nota di età, razza, sesso nella enteropatia cronica felina.
La forma dieto-responsiva della patologia interessa prevalentemente gatti giovani e adulti mentre l’IBD e il linfoma a piccole cellule colpiscono più spesso gatti di mezza età o geriatrici.
Il quadro sintomatico dipende dalla gravità e dallo durata della patologia.

I segni clinici più comunemente riportati sono:
– Diarrea
-Diminuzione o perdita completa di appetito (disoressia o anoressia)
-Perdita di peso corporeo
-Vomito (di bile o cibo)
Questi segni clinici non sono specifici della enteropatia cronica felina ma sono comuni ad altri disturbi del tratto digerente del gatto così come patologie del fegato o del pancreas.

Quindi questa sintomatologia o anche solo il dimagrimento o la scarsa condizione corporea e muscolare devono far preoccupare e spingere a consultare il più presto possibile in proprio Medico Veterinario di fiducia, che potrebbe intraprendere un percorso diagnostico per identificare la causa dei sintomi e valutare la presenza di patologie concomitanti.

Quando un gatto presenti sintomi gastrointestinali cronici occorre poter escludere altre patologie intestinali responsabili dei sintomi e confermando così il sospetto di enteropatia cronica.

Si deve anche valutare la presenza di patologie concomitanti e identificare la presenza eventuale di complicazioni secondarie alla enteropatia cronica.

L’iter diagnostico include esami di base su sangue, urine e feci, oltre a esami specifici di funzionalità del pancreas e del piccolo intestino che comprendono il dosaggio delle lipasi pancreatiche sieriche, del TLI sierico e dell’acido folico e della cobalamina sierici.

Si dovrà inoltre provvedere alla dagnostica per immagini addominale come l’esame ecografico addominale.

Queste indagini non permetteranno di arrivare a una diagnosi definitiva di enteropatia cronica ma rafforzeranno il sospetto diagnostico della patologia, identificare la presenza di complicazioni della patologia (anemia cronica, carenze vitaminiche, malnutrizione) e valutare la presenza di patologie concomitanti (insufficienza renale o ipertiroidismo, malattie infiammatorie di fegato e pancreas) responsabili in parte dei sintomi presenti nell gatto.

Queste indagini permetteranno inoltre di capire la gravità del quadro clinico e stabilire la necessità di comminciare terapie sintomatiche prima di procedere con la diagnosi definitiva.

L’esame ecografico addominale è imprescindibile nell’approccio diagnostico al gatto con sospetta IBD, in quanto permette di valutare lo spessore totale e dei diversi strati della parete intestinale (dall’interno verso l’esterno: mucosa, sottomucosa, muscolare e sierosa) sia dell’intestino tenue che del grosso intestino.
Permette anche di valutare le dimensioni e la struttura degli organi annessi al tratto digerente (fegato, pancreas e vie biliari) e di valutare dimensioni, forma e struttura dei linfonodi mesenterici.
I rilievi dell’esame ecografico dipenderanno dalla gravità e durata della enteropatia e dalla presenza di malattie concomitanti.

Si può rilevare l’ispessiment o della parete intestinale con maggior interessamento dello strato mucosale e muscolare), con o senza perdita della normale stratificazione e l’aumento di volume dei linfonodi tributari.
Purtroppo l’esame ecografico non permette di distinguere tra le varie enteropatie del gatto (dieto-responsivo, IBD, linfoma a piccole cellule) perché spesso i rilievi ecografici risultano sovrapponibili.
Per giunta, l’assenza di alterazioni ecografiche non esclude la presenza di enteropatia cronica.
Quindi l’esame ecografico non può essere considerato un test diagnostico definitivo ma bensì un supporto al sospetto clinico della patologia.

Una biopsia intestinale con l’esame istopatologico su tessuto intestinale.sarebbe il metodo più accurato e affidabile per confermare o escludere la diagnosi, a cui tutti gli altri test vengono confrontati per valutarne l’efficacia
Si può quindi valutare la presenza di alterazioni strutturali dei vari strati della parete intestinale in grado di causare i sintomi oltre che determinare la estensione, gravità e natura dell’infiltrato infiammatorio che permetterà di identificare le forme infiammatorie (enteropatia dieto-responsiva e IBD) e quelle tumorali (linfoma a piccole cellule).
Quando la distinzione tra forma infiammatoria o tumorale della patologia non è chiara, si potrànno effettuare, sul tessuto bioptico prelevato, indagini aggiuntive come l’immunoistochimica o la PARR (un test di biologia molecolare).

Benché si conosca poco l’ IBD nei gatti, ci sono protocolli terapeutici che controlla con successo la malattia nella grande maggioranza dei gatti affetti.
La terapia della malattia prevede l’uso di farmaci a lungo termine, spesso anche per tutta la vita, e la stretta osservanza delle raccomandazioni dietetiche.

Se il micio è disidratato e, per il vomito, non può assumere nulla per via orale, si somministrano soluzioni multi-elettrolitico bilanciato; negli altri casi, il liquido viene scelto in base alle co-morbilità.
I cambiamenti nella dieta sono una parte fondamentale del trattamento. I pazienti con lesioni intestinali estese possono dover essere sottoposti a nutrizione parenterale totale fino al raggiungimento della remissione.

Le diete monoingrediente, cioé quelle contenenti un ingrediente non allergenico, si possono utilizzare nei pazienti che non vomitano ma hanno una gastroenterite da moderata a grave.
È utile quando si sospetta un’allergia alimentare.

A volte è molto difficile trovare subito il cibo giusto.
Per ottenere la remissione queste diete facilmente digeribili con un numero ridotto di fonti di nutrienti sono molto importanti.
Si può continuare a utilizzarle come diete di mantenimento una volta che il paziente si è stabilizzato.

Spesso si consiglia l’assunzione di antibiotici e farmaci che inibiscono l’infiammazione intestinale, appartenenti al gruppo degli steroidi.
Una volta stabilizzato il paziente, la dose viene ridotta alla dose minima efficace.

Una buona collaborazione con il Medico Veterinario è molto importante per ottenere risultati terapeutici soddisfacenti.

La prognosi dell’IBD nel gatto dipende dalle alterazioni istologiche intestinali, dalla durata e gravità della malattia e della presenza o meno di complicazioni o malattie concomitanti in grado di influenzare negativamente la qualità di vita del gatto.
Generalmente la prognosi dell’IBD felina nel lungo termine è buona: un importante fattore prognostico è rappresentato dall’ottenimento o meno della remissione clinica una volta instaurata la terapia medica.

Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento:
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.

Categorie: GattiSalute

0 commenti

Lascia un commento

Avatar placeholder

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: