ASMA FELINA

L’asma felina è una malattia seria da affrontare con le dovute cautele che può risultare molto pericolosa per il gatto se non viene diagnosticata in tempo e trattata nel modo migliore, è una malattia subdola di cui spesso ci si accorge in ritardo.
Ha una prevalenza di circa l’1%, trattandosi di una patologia cronica, non esiste una cura che possa guarire definitivamente l’animale, tuttavia lo scopo delle terapie che vengono messe in atto è quello di tenere sotto controllo i sintomi e consentire al gatto di condurre una vita normale.
La malattia cronica felina delle piccole vie aeree comprende una serie di alterazioni che colpiscono le piccole vie aeree (i bronchioli) all’interno del polmone.
Viene riconosciuta, oltre che come asma, anche come bronchite cronica, malattia allergica delle vie aeree e bronchite allergica.
Poiché spesso si vede una somiglianza con l’asma dell’uomo, si parla di “asma felina”, anche se il più delle volte non è provato che la causa sia di tipo allergico, mentre spesso può essere dovuta all’inalazione di agenti irritanti, come il fumo di sigaretta, la polvere, il polline.
Alla presenza di un agente irritante le vie aeree :
1 contraggono la muscolatura liscia per evitare che questo possa penetrare nel polmone
2 producono muco per intrappolarlo
3 cercano di espellerlo attraverso la tosse.
Questi tre fattori determinano il restringimento delle vie respiratorie rendendo difficoltosa la respirazione.
L’asma felina è una malattia che colpisce solitamente i gatti nella fascia di età fra i due e gli otto anni, con una prevalenza nel sesso femminile e in alcune razze come i siamesi.

Si tratta di una patologia spesso subdola, ma pericolosa, che è una delle possibili cause di respiro affannoso (dispnea).
Come segni clinici si possono avere tosse cronica e/o respiro affannoso per l’aumentata frequenza respiratoria (30-40 atti respiratori al minuto) e a sforzo respiratorio (soprattutto durante la fase dell’espirazione), fino al manifestarsi di attacchi improvvisi di respiro difficoltoso senza precedenti segni clinici.

Purtroppo determinate condizioni possono comportare un aggravamento della sintomatologia e il ricorso tempestivo alle cure del medico veterinario diventa, in questi casi, improrogabile.
Se il nostro micio mostra difficoltà a respirare, ha tosse e sembra provare sforzo nell’atto espiratorio, il ricorso al veterinario si rende indispensabile.
L’asma felina può sovente portare a conseguenze pericolose per il benessere e la salute del gatto, in quanto è una malattia subdola.
Una bronchite, con sintomi come tosse e difficoltà respiratoria -prevalentemente espiratoria – episodica, di cui non sono state trovate mediante indagini diagnostiche cause diverse, si definisce idiopatica .
Solitamente non ci sono coivolgimenti sistemici e alla visita clinica si può rilevare tachipnea (respirazione accelerata), ma quando c’è una grave crisi respiratoria con il gatto che respira a bocca aperta, può esserci rischio per la vita.
Quando il gatto fa fatica a respirare, si accovaccia con il collo esteso e la bocca aperta; spesso le mucose sono blu per la difficoltà di ossigenazione.

I sintomi compaiono improvvisamente e la frequenza è variabile, specialmente all’inizio possono essere così lievi da passare inosservati, soprattutto se il gatto passa molte ore a casa da solo.
Non essendo costante la sintomatologia che può essere pure moderata spesso non la si nota anche per molto tempo.

L’assenza di una causa nota, che la possa differenziare dalle patologie allergiche, indirizza verso una diagnosi di asma felina, anche se alcuni fattori come detersivi domestici, fumo, muffe, polvere, profumi e vernici possono aggravare la sintomatologia, benché non ne siano la causa.
Ridurre le sostanze irritanti a livello ambientale può ridurre i segni clinici e le crisi.
L’asma felina viene diagnosticata dal Medico Veterinario dopo una visita con analisi del sangue. Possono essere utili radiografie e una broncoscopia con un broncoscopio di dimensioni molto ridotte per una valutazione più approfondita del problema.

Occorre escludere (o è bene diagnosticare) patologie cardiache, i parassiti e l’obesità: sono tutte patologie che possono rendere più grave un attacco di asma.
Bisogna fare sempre una diagnosi differenziale poiché segni clinici simili possono comparire in altre patologie, per esempio corpi estranei, infezioni batteriche, neoplasie polmonari, parassiti delle vie aeree e patologie cardiache.
Occorre perciò escluderle per poter effettuare una diagnosi corretta.
L’esame radiografico del torace solitamente mostra un quadro di ispessimento delle pareti delle piccole vie aeree (bronchioli) e si può vedere aria intrappolata all’interno delle vie aeree a causa della contrazione delle vie aeree che non permette all’aria che penetrata durante l’inspirazione di essere esalata.
In quanto iperinsufflati i polmoni appaiono più grandi rispetto ai polmoni normali.
Sulla lastra il diaframma può apparire schiacciato.
Talvolta le immagini radiografiche appaiono nella norma in quanto non tutti i gatti presentano questo quadro
La broncoscopia è un’altra tecnica diagnostica utile: con il gatto sedato, un endoscopio a fibre ottiche viene introdotto all’interno delle vie aeree per darne una visualizzazione diretta.

Certi gatti affetti da questa patologia mostrano vie aeree coperte di muco, ispessite e arrossate in quanto iperemiche, mentre altri possono apparire normali.
Si può eseguire il lavaggio broncoalveolare per poter osservare al microscopio il liquido ricavato, e così indagare i diversi tipi di cellule infiammatorie, batteri o, purtroppo, cellule cancerogene.
Una volta escluse altre cause di bronchite le terapie vanno effettuate sempre su prescrizione medica.
I glucocorticoidi e i broncodilatatori sono le due classi di farmaci prevalentemente utilizzate nella cura per l’asma felina.
1- Antinfiammatori
Fondamentale è la riduzione dell’infiammazione delle vie aeree.
Gli antinfiammatori più potenti sono i farmaci corticosteroidi che possono essere somministrati in vari modi: per via sistemica: in forma di compresse (per esempio prednisolone) o di iniezione (per esempio desametazone).
Purtroppo questo trattamento deve essere protratto per molto tempo, a volte anche per tutta la vita, e comporta alcuni effetti collaterali come l’aumento dell’appetito e della sete, aumento di peso, diabete mellito e pelle più fragile e sottile.
La somministrazione per inalazione (per esempio fluticasone) di farmaci steroidi inalatori ha il vantaggio di depositarli localmente, agendo direttamente nel sito dell’infiammazione, senza che l’organismo li assorba dando effetti collaterali.
Per l’inalazione si possono utilizzare dispositivi specifici (inalatori, mascherine e distanziatori), e gli effetti collaterali sistemici saranno minori.
2- Broncodilatatori
Aiutano la dilatazione delle vie aeree e sono utilizzati assieme ai corticosteroidei.
Possono essere somministrati per via inalatoria (salbutamolo) oppure orale o iniettabile (terbutalina).

3- Mucolitici
Quando l’eccessiva produzione di muco diventa un problema si può aggiungere un mucolitico (bromexina) al cibo.
4- Ridotta esposizione ad agenti irritanti
La prognosi solitamente è buona, ma occorre una terapia a vita ed è necessaria molta attenzione al manifestarsi di episodi acuti, che richiedono l’intervento tempestivo del Medico Veterinario.
Come prevenzione è fondamentale adottare in casa accorgimenti per migliorare la vita del micio: evitare di fumare in sua presenza, non utilizzare spray o anche cambiare tipo di lettiera, cosicché respiri meno allergeni o sostanze irritanti che potrebbero compromettere la sua respirazione e il suo benessere.
La SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA FELINA consiglia l’utilizzo di inalatori felini e ne spiega l’utilizzo
Foto
“Esiste un adattatore per inalatori creato apposta per i gatti (www.aerokat.com).
Da una parte si applica l’inalatore e dall’altra una mascherina per il gatto. Si preme un paio di volte l’inalatore (2 puff) e si appoggia la mascherina al muso del gatto, restando così per 10 secondi.
Si procede in questo modo un paio di volte al giorno.
I gatti tollerano molto bene questo trattamento, meglio della somministrazione dicompresse per via orale.
La prognosi dipende dalla gravità della patologia e dalla tempistica con cui si inizia il trattamento.
Nella maggior parte dei casi i gatti rispondono bene alla terapia, ma se questa non viene iniziata tempestivamente si possono verificare degli attacchi acuti molto gravi che possono essere fatali per l’animale.
Inoltre, se la condizione è cronica e non si comincia il trattamento in tempi brevi, si può incorrere in una fibrosi irreversibile delle vie aeree.
Per somministrare correttamente la terapia inalatoria:
• fissare l’inalatore all’AeroKat
• appoggiare l’AeroKat al muso del gatto
• premere l’inalatore in modo che la camera si riempia di farmaco
• tenere il gatto a contatto con il farmaco per 10-15 respiri

Alcuni gatti non amano essere a contatto della maschera quando il farmaco viene inalato, per questo motivo si può allontanare il kit durante lo “spruzzo” e poi avvicinarlo al muso dell’animale.
Questo può comportare una minore inalazione di farmaco da parte del paziente, per ovviare a questo inconveniente si può ripetere l’operazione.
Per migliorare la comprensione del trattamento si può visionare il video on-line pubblicato sul sito web:http://www.fabcats.org/owners/asthma/video/asthma.wmv
1. Terapia broncodilatatoria: farmaci 2 adrenergici come il salbutamolo e l’albuterolo.
Hanno un’azione rapida (5-10 minuti) e una durata relativamente breve (2-4 ore); questo significa che possono essere usati “al bisogno”, cioè anche in caso di emergenza.
2. Terapia glucocorticoide: il più utilizzato è il fluticasone propionato, che ha una potenza elevata ma non viene assorbito dall’organismo e quindi non da effetti sistemici.
Si possono usare anche glucocorticoidi più economici (es: beclometasone dipropionato) ma a dosi elevate possono avere notevoli effetti sistemici.
La notevole forza con cui l’inalatore somministra il farmaco al gatto (di solito 250 g per atto inalatorio) fa sì che bastino un paio di somministrazioni al giorno; in caso sia necessario si può ridurre questa forza.
Dosi consigliate:
Casi lievi: fluticasone (110 g/puff), una somministrazione due volte al giorno con salbutamolo all’occorrenza
Casi gravi: fluticasone (250 g/puff), una somministrazione due volte al giorno con salbutamolo all’occorrenza.
All’inizio della terapia prescrivere anche prednisolone per via orale ( cominciando con 1-2 mg/kg al giorno e diminuendo la dose nell’arco di un paio di settimane) perché la terapia inalatoria ha bisogno di un po’ di tempo per cominciare a fare effetto.
Casi di emergenza: terapia con ossigeno, glucocorticoidi per via endovenosa (es: prednisolone sodio succinato 30 mg/kg) e terbutalina (0,01 mg/kg).
Sono molto rari gli effetti collaterali utilizzando questi farmaci.”
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento:
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.
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