UCCELLINO A TERRA IN DIFFICOLTÀ

 
 
 
 
 
 
Capita spesso di trovare a terra un uccellino in difficoltà.
 
Nelle aree urbane le specie più comuni sono merli, rondoni, cornacchie, gazze, storni e rapaci, che possono essere nati da poco o adulti.
 
Gli adulti feriti presentano lesioni evidenti, come ad esempio la mancanza di simmetria tra le ali, segno che una delle due ha subito un trauma, oppure una mancanza di penne.
I soggetti appena nati, feriti, che, come nel caso precedente, ad un primo esame presentano anomalie visibili;
Neonati sani, che variano da specie a specie. Nel caso in cui siano completamente implumi si trovano a terra e dipende da una motivazione esterna, come ad esempio un forte vento o temporale, che ha fatto cadere il nido. Se invece sono nati da poco ma sono già ricoperti da penne, queste saranno molto corte e avranno ancora ben visibile alla base l’astuccio che le origina. In alcune specie è possibile individuare tratti molto caratteristici della giovane età, come ad esempio l’essere ricoperti da un piumino bianco per i rapaci, o l’avere un labbro esterno rispetto al becco di un colore diverso (ad esempio giallo nei merli, storni e cince) in modo che i genitori vedano con facilità il punto nel quale imbeccarli.
 
Il rondone, adulto o giovane, non è in grado di riprendere il volo autonomamente per un’incapacità fisica, quindi va raccolto e, dopo aver verificato che non presenti lesioni, accompagnato all’atto del volo per verificare se è in grado di librarsi nuovamente.
 
E’ necessario distinguere diverse ipotesi:
 
– Un piccolo d’uccello sano (nidiaceo). Va lasciato dove trovato, ha cominciato a sperimentare il volo e senz’altro i genitori sono nei pressi. Raccoglierlo vuole dire strapparlo alle loro cure.
 
– Un piccolo in stato di pericolo. Il pericolo è rappresentato dalla presenza di gatti, cani, automobili e altro. L’ideale è allontanare l’uccellino dalla condizione di rischio, vigilando su di lui da lontano in attesa che i genitori lo accudiscano.
 
– Un uccellino ferito. E’ necessario recuperarlo e dargli le cure necessarie alla sopravvivenza, per consegnarlo velocemente a un centro specializzato nel recupero della fauna selvatica (CRAS o CRFS) più vicino (contattando la Polizia Provinciale).
 
Succede spesso, ed è normale, che alcuni piccoli escano dal nido prima di essere fisiologicamente pronti per volare.
Restano a terra per qualche giorno, spostandosi di qualche metro saltellando, e vengono alimentati dai genitori che, guidati dal loro richiamo, arrivano in volo e li imbeccano.
Se se ne trova uno sano a terra in una zona riparata dai pericoli è importante lasciarlo dov’è e osservare a debita distanza se la madre compare per alimentarlo.
La verifica richiede molta pazienza, attenzione (l’imbeccata dura pochi secondi) e un punto d’osservazione riparato: i volatili sono prede, per natura ci temono e difficilmente si faranno vedere finché siamo nei paraggi. Se i genitori sono in zona la cosa migliore è quindi lasciarlo dove si trova. Nel caso in cui stazioni in un luogo pericoloso per la presenza di predatori, come il gatto o il cane, può essere d’aiuto spostarlo di qualche metro in posizione riparata, tenendo presente che i genitori lo troveranno comunque perché guidati dal suo richiamo.
 
Importante ricordare che nutrirlo potrebbe essere controproducente in quanto la madre al suo ritorno, non sentendo reclamare il cibo, potrebbe crederlo malato e abbandonarlo.
 
Raccogliere un uccellino sano può avere conseguenze negative.
Nel breve periodo di tempo in cui i piccoli restano a terra vanno incontro a molti rischi, ma si tratta di una lezione di vita che farà la differenza tra un adulto in grado di sviluppare strategie adeguate per sfuggire ai pericoli e uno facilmente destinato a soccombere.
Per quanto infatti gli esperti dei centri di recupero possano effettuare un perfetto svezzamento e inserire i giovani volatili in un gruppo sociale adeguato insieme al quale verranno poi liberati, non potranno mai fornire gli stessi insegnamenti che avrebbe fornito la madre. Di conseguenza non si avrà mai la certezza che quell’adulto cresciuto in cattività sarà effettivamente in grado di sopravvivere da solo.
Inoltre, prelevare un “pulcino” in questa situazione, pur se nell’ottica di volergli fare del bene, è un atto di sottrazione dello stesso alla madre.
 
Cosa fare invece con l’uccellino ferito?
 
Mettetelo in una scatola di cartone forata poco più grande di lui, mai in una gabbietta, potrebbe agitarsi e ferirsi ulteriormente. Non mettetegli né cibo né acqua perché potrebbe sporcarsi infettando le eventuali ferite. Non appoggiate la scatola sopra un termosifone acceso o una stufa ma usate una borsa dell’acqua calda per tenerlo al caldo.
Nella situazione di primo soccorso, durante il giorno l’uccellino deve mangiare e bere ogni mezz’ora se implume e ogni 2-3 ore se impiumati.
Non date mai mollica di pane, latte o derivati del latte a nessun uccello, che sia giovane o adulto. Come alimenti universali di emergenza potete somministrare omogeneizzato di carne, pezzettini di carne cruda o camole (larve della farina o del miele) e acqua con un contagocce o una siringa senza ago.
Dovete poi cercare prontamente un Centro Recupero a cui portarlo, dove personale specializzato potrà fare una valutazione e presterà le prime cure.
 
La detenzione di tutta la fauna selvatica è vietata dalla legge dello Stato n. 157/92, entro 24 ore l’animale deve essere consegnato ad un ente autorizzato e competente.

 

Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento:
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.

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