MALATTIA DA GRAFFIO DI GATTO

 
 
Malattia da graffio di gatto: sintomi e cosa fare se il gatto morde o  graffia
 
 
La Bartonella Henselae è un batterio unicellulare gram-negativo che attacca i globuli rossi, causando infezioni da bartonella o bartonellosi.
 
I gatti che vivono in aree in cui sono molto frequenti pulci o zecche, e che corrispondono circa al 30% – 50% del totale, sono molto esposti al batterio della Bartonella, una zoonosi che dai gatti viene trasmessa a cani e uomo.
 
La Bartonella viene trasmessa ai gatti da un vettore, pulci e zecche.
 
La trasmissione vettoriale può avvenire in due modi primari: inoculazione di feci di artropodi contaminati da Bartonella tramite graffi o morsi di animali o contaminazione auto-inflitta di ferite indotte dall’animale che si gratta a causa di morsi di artropodi irritanti.
 
Dopo l’infezione, i gatti possono facilmente infettare altre specie. Questa patologia è, infatti, chiamata Malattia da Graffio di gatto (Cat scratch disease, CSD), perché è così che si trasmette.
 
L’infezione da Bartonella ha più probabilità di causare sintomi clinici nei cani rispetto ai gatti,
I cani si presentano con una vasta gamma di anomalie cliniche e patologiche, tra cui: febbre, endocardite e miocardite, linfoadenite granulomatosa, aritmie cardiache, rinite granulomatosa ed epistassi, mentre molti gatti infetti, spesso appaiono clinicamente sani.
 
Non esiste un protocollo antibiotico standardizzato per il trattamento della bartonellosi nei gatti o nei cani, ma doxiciclina, amoxicillina, enrofloxacina e rifampicina somministrate per una lunga durata, un mese o addirittura un mese e mezzo, possono essere efficaci nel ridurre il livello di batteriemia nel gatto o nel cane infetto.
 
La Bartonellosi è una malattia zoonotica, una zoonosi, può quindi essere trasmessa tra specie e quindi anche all’uomo. Questa malattia non è mortale per l’essere umano, ma può essere un grande rischio per i pazienti immunocompromessi, come i malati di AIDS in cui possono verificarsi patologie disseminate.
 
La Malattia da Graffio di gatto è una malattia osservata per lo più dal pediatra ( il 90% dei casi si manifesta in età inferiore a 21 anni).
È una malattia stagionale, con picco di incidenza fra agosto e ottobre. Non è nota la sua incidenza in Italia , in alcune regioni però potrebbe essere simile a quella segnalata in Usa, di 9-10 casi /anno su 100.000 abitanti.
Si manifesta, nella sua espressione tipica, come una linfoadenite subacuta o cronica.
Nella sede del trauma, morso o graffio di un gatto, spesso cucciolo, apparentemente sano, a distanza di tre/dieci giorni si forma una papula circolare rosso-marrone eritematosa che evolve in vescicola e in crosta nel giro di due-tre settimane e si sviluppa una linfoadenopatia regionale.
 
Una diagnosi certa può essere ottenuta con un test PCR o biopsia linfonodale.
 
Il trattamento di malattia da graffio di gatto nei pazienti immunocompromessi consiste nell’applicazione locale di calore e analgesici. Se il linfonodo è fluttuante, l’aspirazione con una siringa in genere allevia il dolore.
La terapia antibiotica non dà chiari benefici e generalmente non deve essere somministrata nelle infezioni localizzate in pazienti immunocompetenti.
 
 
 
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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