ESPERIMENTI SUI CANI PER FARLI PARLARE

 
 
 
 
 
I nazisti fecero vari esperimenti, oltre che sulle persone li fecero anche sui cani, mirati a creare una razza di cane superdotata.
Sembra che gli obiettivi dei ricercatori fossero quelli di migliorare la comunicazione tra uomo e cane in modo che gli esemplari si rivelassero sia più utili sul fronte della Seconda guerra mondiale, sia al fianco degli ufficiali nazisti nei campi di concentramento.
 
Migliaia di cani in tutta la Germania, ai tempi della Seconda guerra Mondiale, furono reclutati.
Vennero scelti quelli con capacità superiori e venne creata una scuola Tiersprechschule ASRA (o Hundesprechschule Asra) vicino ad Hannover, fondata nel 1930 da Margarethe Schmidt, dove furono addestrati i cani nella Villa Viola. Il nome Asra deriva da una femmina di alano particolarmente talentuosa.
 
Leggende raccontano che nel centro di addestramento ad alcuni cani avrebbero insegnato a pronunciare delle parole: si dice che un cane al quale era stato chiesto chi fosse Adolf Hitler, avrebbe risposto pronunciando la parole “Mein Fürher”. Altri cani, tra cui si distinse Kurvenal, sarebbero riusciti a collegare il numero degli abbai corrispondenti alle lettere dell’alfabeto, altri ancora, e si ricorda Rolf, airedale terrier, davanti ad una tabella con l’alfabeto davano un certo numero di colpi corrispondenti alle lettere.
Molti esperimenti riguardavano la telepatia tra uomo e cane. Erano molte apprezzate le doti dell’Airedale terrier e degli Alani, che rispondevano in modo migliore agli esperimenti.
 
Max Müller, un Medico Veterinario dell’Università di Monaco visitò la scuola nel 1942 e a quel tempo c’era anche un gatto. I cani potevano pronunciare alcune parole ma erano limitati dalla struttura del loro apparato vocale, osservando che le risposte erano più fluenti usando un codice di tavolette o squilli di una campana elettrica per ogni lettera.
 
I cani erano addestrati a parlare, contare e ragionare e gli “Schmidts”, come venivano chiamati, si esibivano in locali del posto. Secondo molti testimoni, la loro formazione era solo uno spettacolo; le espressioni dei cani erano in gran parte incomprensibili e il loro conteggio era una risposta preparata.
 
Sin dai primi anni del Novecento ci fu interesse da parte dei tedeschi sull’intelligenza dei cani.
Ci fu un cane che divenne un fenomeno chiamato Don il cane parlante. Pare che fosse in grado di pronunciare già a sei mesi la parola “haben, Haben” (lo voglio) quando i suoi padroni erano a tavola a mangiare e il suo vocabolario si sarebbe arricchito con il tempo integrando parole come “dolce, “si” o “no”. Giornali dell’epoca riportavano che il tono non era perfetto ma la pronuncia era distinta.
 
La “nuova psicologia animale” (neue Tierpsychologie ) era stata sviluppata da Karl Krall e altri per caratterizzare le capacità di ragionamento degli animali, e aveva molti seguaci in Germania negli anni ’20.
 
Hitler stesso era interessato al progetto che avrebbe potuto creare delle spie perfette. Hilter era un amante dei cani, soprattutto della razza del pastore tedesco. Aveva due esemplari, Blondi e Bella, e un Bull Terrier chiamato Fuchsl. Hitler amava così tanto Blondi da averla portata con sé nel suo bunker a proprio su di lei aveva testato dei farmaci per suicidarsi, uccidendola. Per molti si tratta dell’ultimo assassinio del dittatore.
 
Nel 1943, Margarethe Schmidt non riceveva più finanziamenti e aveva problemi a dare da mangiare ai cani e a proseguire nel loro addestramento.
Alla fine della guerra, il centro venne sequestrato e pare che ci fosse un piano per abbattere tutti i cani presenti nella struttura.
 
Il nipote di Margarethe Schmidt e altri hanno negato che la Hundesprechschule Asra fosse sponsorizzata dai nazisti, dicendo che se lo fosse stata, Margarethe sarebbe stata punita dopo la guerra.
Le esibizioni erano l’unica fonte di guadagno per lei e sua madre, e sebbene ci fossero in città molti membri del partito impegnati, Schmidt “si lamentava più e più volte dei cavilli da parte delle autorità”. Nel 1943 scrisse che non stava più ricevendo cibo per i cani perché non pagava le tasse e non stava allevando i suoi animali né facendo un addestramento “scientificamente notevole”, e alla fine della guerra scrisse che c’era un piano per uccidere i cani, reinsediarla e sequestrare la casa da sua madre.
 
Jan Bondeson, medico svedese/britannico, professore alla Cardiff University School of Medicine scrisse nel 2011 “Amazing Dogs: A Cabinet of Canine Curiosities.” in cui, tra l’altro, racconta questi fatti.
 
 
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L’autore ha dichiarato: “Sono fatti straordinari. Già nel 1920 i nazisti avevano gli psicologi degli animali e in seguito utilizzarono le loro conoscenze in questo campo per addestrare i cani. I nazisti amavano gli animali. Quando iniziarono le persecuzioni contro gli ebrei, molti tedeschi chiedevano conto non di dove fossero finiti uomini donne e bambini, ma dove fossero stati messi i loro animali domestici.”
 
Karl Kall test di telepatia con un cane
 
 
 
 

 

Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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