DICIASSETTE di Daniel Sánchez Arévalo, 2019

Drammatico, Spagna

con Biel Montoro, Nacho Sánchez, Lola Cordón, Itsaso Arana, Iñigo Aranburu, Jorge Cabrera, Carolina Clemente, Mamen Duch, Chani Martin, Kandido Uranga.

 
 
Diciassette, la recensione del film originale Netflix
 
 
 
Nei giorni scorsi ho visto questo bel film spagnolo, semplice, emozionante e simpatico, che vi voglio raccomandare.
 
Il titolo deriva dall’età del protagonista, un ragazzo, Héctor, interpretato da Biel Montoro, di diciassette anni appunto, ormai vicino ai diciotto, un solitario dal carattere chiuso, scontroso e poco comunicativo.
 
Ha solo una nonna ricoverata in un centro per anziani, a cui è molto affezionato, e un fratello maggiore, Ismael, Nacho Sánchez, con cui non va d’accordo.
 
Héctor è pieno di rabbia e si trova recluso in un centro per minori, dove viene avviato, oltre ad altri mestieri manuali, al recupero e addestramento di cani accolti in un rifugio per animali, con lo scopo di renderli adatti a un’adozione.
Il cane sotto la sua responsabilità, Oveja (pecora) come lo ha chiamato il ragazzo, gli offre uno scopo, affetto e soddisafazioni, e lo fa iniziare ad aprirsi al mondo.
 
 
Oveja y Biel Montoro, los protagonistas de "diecisiete" y la gran historia de una amistad de cine | SrPerro, la guía para animales urbanos.
 
 
 
Il cane però viene dato in adozione e Héctor scappa per trovarlo a tutti i costi.
In quel momento suo fratello maggiore, con il quale non comunica bene creando incomprensioni, svolgerà un ruolo fondamentale.
A questo punto il film diventa un road movie; a bordo di un camper i fratelli, assieme alla Nonna, e a un altro cane, Taraparo, girano la Cantabrie per ritrovare Oveja.
 
 
Diciassette (2019) - Film - Movieplayer.it
 
 
 
Il regista, Daniel Sánchez Arévalo (Madrid, 1970) ha dichiarato:
Per i personaggi principali, questo veicolo significa qualcosa che ha a che vedere con il passato al quale tendono: quei tempi in cui tutto andava bene ed erano come fratelli. Continua ad essere il mezzo che usano per riconnettere e ricongiungere la loro famiglia disgregata.”
 
La trama è solo apparentemente semplice e leggera, perché evidenziando le relazioni personali, utilizzando un umorismo dolce e fornendo buone vibrazioni, finisce per parlare di questioni intime, e di argomenti di spessore.
 
Ci si identifica lentamente con i suoi, inizialmente, burberi protagonisti, ma i dialoghi generalmente brillanti e geniali oltre che naturali, gli attori non famosi nelle cui miserie quotidiane e disastri abituali ci si può riconoscere e una regia semplice ma che si armonizza perfettamente con la storia che viene raccontata e le situazioni descritte, ci portano a cambiare atteggiamento.
 
Anche gli attori secondari sono efficaci, e la direzione della fotografia di Sergi Vilanova ci mostra l’umidità, la bellezza e il verde della Spagna settentrionale,
 
Gli animali fanno parte della trama di questo film che parla anche del diritto universale di tutti gli esseri viventi di essere amati e rispettati (indipendentemente dalla loro razza, specie o età), delle famiglie atipiche, della paura della paternità (consapevole o meno) e di altri temi…
 
A questo proposito, Daniel Sánchez Aréval ha detto:
“C’è stato un casting per scegliere i cani che avrebbero interpretato le varie parti. Mi era chiaro che non volevo cani addestrati né viziati, e per il mio impegno e amore nei loro confronti, desideravo mantenere il focus sui protettori degli animali, per la quantità di cani che ci sono che cercano un rifugio, e abbiamo trovato così tutti quelli che appaiono nel film. La complicità che nasce fra il personaggio protagonista e il cane chiamato Oveja (Pecora) la creiamo davvero, improvvisando, e poco a poco sono accadute delle cose e siamo riusciti a far intendere il ragazzino con il cane.”
 
E ha poi aggiunto:
“Io sono una persona migliore grazie ai miei cani. Questa è stata l’origine di questo film: che ha per protagonista un ragazzino arrabbiato con il mondo, scollegato dal suo ambiente, chiuso in sé stesso che attraverso un cagnolino comincia a ricongiungersi alla vita, con le emozioni e le responsabilità, facendogli avere delle illusioni e facendolo fermare un attimo. Per me stare con questi animali, mi ripulisce la mente, sono un buon ansiolitico: quando sono stressato, rincorro o vado a passeggiare con loro e mi sento più protetto.”
 
Questo fim è stato proiettato, in anteprima, fuori concorso, al 67° Festival di San Sebastián.
Il film ha ottenuto una candidatura ai Goya e ha vinto nel José María Forqué Awards il Primo premio nella categoria Educación en Valores
 
Potete vedere il trailer a questo link
 
https://www.youtube.com/watch?v=sh8LczoleTM
 
E potete vedere il film su NETFLIX, se è in spagnolo, ci sono i sottotitoli.
 
 
 
 
 
Vicla Sgaravatti
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