ALLERGIA AL GATTO?

Sta per arrivare la primavera, portando con sé molte allergie stagionali, che possono aumentare il malessere legato ad allergie continue.

Tra le allergie continue esiste l’allergia al gatto, «si stima che questo disturbo colpisca il 2-3% degli italiani ed è al terzo posto nella classifica delle allergie respiratorie più frequenti, dopo l’insofferenza a pollini e agli acari della polvere», spiega il dr. Antonio Cristaudo, responsabile di dermatologia allergologica professionale e ambientale all’Istituto San Gallicano di Roma.

Quando si parla di “allergia al gatto”, s’intende una reattività allergica che una persona manifesta ogni volta che entra in contatto con l’allergene felino, una proteina –chiamata Fel D1– presente nella saliva, nelle urine e nelle ghiandole sebacee dei nostri amici felini, depositata sul pelo come conseguenza del leccarsi.

Non esistono gatti “anallergenici”, cioè completamente privi di capacità allergenica, ma esistono invece gatti a più bassa produzione di allergeni (ipoallergenici).

Studi recenti indicano che per un neonato, la presenza in casa di un gatto che si protragga per almeno due o tre anni, potrebbe costituire un vero e proprio “fattore protettivo” in grado di ridurre il rischio che nel tempo lo stesso possa manifestare un asma allergico o un’allergia respiratoria non asmatica da allergeni del gatto.

I gatti maschi tendono a produrre più proteina allergenica rispetto alle femmine, soprattutto se non sono castrati. Tuttavia, tutti i gatti producono il Fel D1, e non è in proporzione alla quantità di peli.

Questo significa che non ci sono razze di gatti veramente anallergenici.

Le due principali razze di gatto ipoallergenico sono il Norvegese delle Foreste e il Siberiano.

Il gatto Norvegese delle Foreste è una razza molto antica, originaria della Scandinavia, di taglia medio grande e con un pelo lungo. La produzione di Fel D1 di questo gatto è molto bassa e le reazioni allergiche neii soggetti sensibili sono nulle o comunque molto basse.

Il gatto Siberiano è il gatto ipoallergenico per antonomasia, è originario del nord della Russia, ha un fisico robusto e pelo lungo. Questo tipo di gatto ha una produzione di Fel D1 quasi pari a zero.

E’ sempre consigliabile se in casa ci sono soggetti sensibili, prima di prendere un gatto anche ipoallergenico, fare una prova facendo incontrare persone e gatto per stabilire se c’è una reazione allergica e di che tipo.
Quando le reazioni si presentano come comparsa di ponfi, o congiuntivite o rinite, si può decidere di fare entrare lo stesso il gatto in famiglia avendo qualche accorgimento.
Si è visto che il contatto giornaliero con il proprio gatto in talune situazioni determinava un’abitudine all’allergene, riducendo drasticamente l’allergia a quel gatto. (A contatto con altri gatti l’allergia si ripresentava.)
Se invece la reazione è di tipo asmatico, allora è necessario valutare bene la situazione, perché potrebbe risultare pericolosa.

Da prendere sempre in considerazione la possibilità di fare la vaccinazione che nel giro di tre quattro anni potrebbe risolvere la situazione. La vaccinazione non ha controindicazioni, possono farla anche i bambini di due o tre anni, sempre sotto il controllo di uno specialista. Il vaccino si fa in ospedale attraverso iniezioni sottocutanee: una volta a settimana per circa tre mesi e poi una volta al mese per tre o quattro anni. In alternativa si possono usare uno spray nasale o gocce per via sublinguale. Il dosaggio varia a seconda del grado di sensibilità. Si inizia con una somministrazione quotidiana, quindi a giorni alterni per qualche settimana, e anche in questo caso la terapia continua per alcuni anni.

Se in casa c’è una persona allergica, si ha un gatto e non lo si vuole allontanare è necessario mettere in atto alcuni accorgimenti.

  • -Lavare spesso il gatto, avendo cura di spazzolarne il pelo per eliminare la maggior parte degli allergeni presenti sugli stessi e per ridurne la quantità dispersa nella casa.
  • -Fare attenzione alla corretta igiene della casa, utilizzando l’aspirapolvere per ridurre la volatilizzazione degli allergeni aspirati.
  • -Eliminare tappeti e tappezzeria, coprire cuscini, piumoni e coperte, scegliere tende lavabili e preferire i divani in pelle.
  • -Limitare la possibilità di movimento del gatto a poche stanze, riducendo in tal modo la diffusione degli allergeni nell’ambiente domestico, ed evitare in modo assoluto che il micio possa passeggiare per la camera da letto del soggetto allergico o, peggio ancora, che sul letto ci possa salire!
  • -La stessa limitazione riguardai lo spazio ridotto dell’automobile, dove il felino non deve poter girare liberamente, perché la vettura diverrebbe ricettacolo di allergene dell’animale e la pulitura accurata sarebbe difficoltosa.
  • -Dopo aver toccato l’animale, lavarsi attentamente le mani ed evitare di toccarsi gli occhi e la bocca.
  • -Esiste inoltre in commercio una soluzione da passare sul pelo del gatto una o due volte alla settimana, che agisce neutralizzando gli allergeni ivi deposti.

Se si ama veramente il proprio gatto, o se lo si desidera fortemente, una soluzione si trova quasi sempre!
Parlatene col vostro Veterinario di fiducia.

Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento:
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.
 
Categorie: GattiSalute

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